(di Nanette Hayom, in Destinazione Auschwitz, cd-rom, Proedi Editore, Milano 2000)
(di Nanette Hayom, in Destinazione Auschwitz, cd-rom, Proedi Editore, Milano 2000)
Dal 1933 il regime nazista istituì una rete di KL-Konzentrationslager (campi di concentramento), che costituì uno degli elementi base della sua politica di oppressione.
Nei KL furono rinchiusi gli oppositori politici e le persone considerate socialmente e razzialmente indesiderabili (senza riguardo alcuno verso le norme convenzionali dell’arresto e della detenzione) semplicemente perché sospettati di essere avversi al nazismo o perché il nazismo li considerava elementi pericolosi.
Nel luglio 1934 fu creato l’Ispettorato dei campi di concentramento, con a capo Theodor Eicke, responsabile della costruzione e dell’amministrazione della rete dei campi.
In una prima fase, dal 1933 al 1936, vi furono incarcerati gli oppositori politici di sinistra e dei circoli liberali, nonché i membri delle organizzazioni sindacali tedesche che erano state bandite dopo l’incendio doloso del Reichstag, la sede del Parlamento tedesco (27 febbraio 1933).
Nel giugno 1933, Eicke fu nominato comandante del campo di concentramento di Dachau; qui stabilì i compiti dei prigionieri, le punizioni e le mansioni delle SS-Schutzstaffeln (squadre di protezione) addette alla custodia dei KL – chiamate “Unità del Teschio”) dal simbolo che portavano sul colletto delle uniformi – e le regole cui si dovevano attenere gli uni e gli altri.
Il suo sistema organizzativo, con qualche variazione, fu preso a modello per tutti gli altri campi.
Nell’autunno del 1933 furono immesse nei campi altre categorie sociali quali i vagabondi, i mendicanti – considerati “elementi asociali” – e i criminali abituali.
Nella primavera del 1934 i KL passarono sotto la giurisdizione di Heinrich Himmler, già capo della Polizia politica del Reich, e quindi sotto il controllo diretto delle SS.
Nel settembre 1935 i KL ufficiali erano sei, Dachau, Lichtenburg, Sachsenburg, Esterwegen, Oranienburg e Columbia Haus, nei quali furono rinchiuse circa 6000 persone.
Oltre a queste strutture, ne esistevano anche altre adibite a campi di lavoro forzato e di rieducazione gestite dalla SIPO (Polizia di sicurezza), e dal ministero della Giustizia dove, per particolari situazioni punitive, venivano rinchiusi gli oppositori o presunti tali.
Fino al 1936 i prigionieri potevano ancora essere rilasciati: infatti il 75 per cento degli arrestati nel 1933 venne rimesso in libertà nel gennaio 1936, ma a partire da questa data non fu più permesso il loro rilascio, salvo circostanze eccezionali.
A partire dall’agosto 1936 anche gli omosessuali furono arrestati e inviati nei KL.
Con lo scoppio della guerra (1939) si verificò un notevole ampliamento della rete dei campi, a causa dell’aumento dei detenuti: prigionieri di guerra e “nemici” del Reich.
Fra il 1936 e il 1942 furono istituiti i KL più grandi: Sachsenhausen, Buchenwald, Mauthausen, Flossenburg, Ravensbrück, Auschwitz, Natzweiler, Neuengamme, Gross-Rosen, e Stutthof.
I campi della morte, che a differenza dei KL erano destinati esclusivamente allo sterminio degli ebrei, furono edificati a partire dalla fine del 1941.
Dall’estate del 1938 e in particolare dopo la Kristallnacht (notte dei cristalli), trentamila ebrei vennero arrestati e inviati nel campo di concentramento di Dachau a scopo intimidatorio. Molti morirono per i maltrattamenti; coloro che sopravvissero furono rilasciati nel 1939 e costretti a emigrare.
Nel dicembre 1942 alcune categorie di sinti e rom furono arrestati e inviati ad Auschwitz per esservi poi sterminati nel 1944.
L’aumento del numero dei prigionieri non politici, la persecuzione degli ebrei e la politica di annessione e di occupazione portarono a un costante aumento della popolazione concentrazionaria. Di conseguenza, anche le condizioni di vita nei campi si deteriorarono al punto di causare la morte di molti prigionieri.
Dal 1942 al 1945 le autorità naziste – secondo un programma già ideato e approvato a Berlino nel settembre 1939, prima dell’invasione della Polonia – utilizzarono l’enorme forza lavoro a disposizione nei KL come manodopera in regime di schiavitù nelle industrie belliche, alcune delle quali furono appositamente costruite nelle vicinanze dei campi.
Dall’uso del lavoro coatto come forma di punizione si passò, per volere del ministro degli Armamenti Albert Speer, allo sfruttamento intensivo dei prigionieri nei progetti militari e nelle costruzioni civili.
In questo periodo furono istituiti Lublin-Majdanek, in Polonia (che fu contemporaneamente anche campo per prigionieri di guerra sovietici, campo di lavoro e di sterminio per ebrei), Bergen-Belsen e Dora-Mittelbau, KL divenuto indipendente dal campo di Buchenwald nell’ottobre 1944.
Nell’autunno del 1944, con l’avvicinarsi del fronte, i campi furono gradualmente chiusi e i prigionieri evacuati verso gli altri KL ancora esistenti mediante marce forzate, le cosiddette marce della morte, durante le quali i prigionieri morivano a centinaia o venivano soppressi dalle guardie perché sfiniti dalla fame, dal freddo e dalle malattie.
Non si conosce con esattezza il numero di prigionieri che complessivamente fu rinchiuso nei KL poiché i documenti relativi sono stati in gran parte distrutti dalle autorità naziste per cancellare le prove dei misfatti compiuti. La ricostruzione dei dati e degli avvenimenti proseguono in tutti gli istituti preposti alla ricerca sulla Shoah.
Elenco dei campi e dei luoghi dove furono deportati o morirono le persone ricordate nelle pietre di inciampo posate a Milano fra il 2017 e il 2019
Fürstenberg (Ravensbrück)
Mainz-Kostheim
Melk
Ohrdruf
Überlingen