Edgardo FINZI

Nato a Ferrara il 27/1/1889 – arrestato i22/4/1944 – assassinato ad Auschwitz il 6/8/1944
Edgardo Finzi - Pietra d'inciampo - 2022

Edgardo Finzi nasce a Ferrara il 27 gennaio 1889, figlio di Vittorio e Gilda Ascoli. Edgardo combatte nella Prima guerra mondiale e viene decorato per i suoi meriti sul campo. Si sposa con Giulia Robiati e hanno due figli, Carlo e Fausta.

Edgardo, funzionario di banca, decide di lasciare volontariamente il lavoro nel 1939, quando le imposizioni delle leggi razziali sono più soffocanti. Rileva una piccola azienda di prodotti chimici per la produzione di vernici: la figlia Fausta lavora con lui come contabile.

Quando la persecuzione delle famiglie ebree iniziò a farsi più pressante il fratello di Edgardo, Arrigo, propone di cercare riparo in Svizzera. L’attaccamento all’ambiente, al lavoro e alla famiglia, oltre che l’illusione che in Italia non ci si sarebbe spinti oltre nella persecuzione razziale, fa sì che i Finzi non lascino mai Milano.

Nel 1938 la famiglia aveva richiesto la discriminazione avendone apparentemente i requisiti in quanto  considerati misti poiché la moglie e i figli erano cattolici: solo a loro viene riconosciuta la qualifica, ma non ad Edgardo, in quanto mai iscritto al Partito Nazionale Fascista. A lui verrà concessa solo nel 1941, ma presto si dimostrerà un documento inutile. Il 22 aprile 1944, probabilmente a causa di una delazione, due tedeschi in borghese si presentano sul posto di lavoro e chiedono ad Edgardo di seguirli per un interrogatorio. Fausta, per non lasciare il padre, lo accompagna, ma la destinazione è il carcere di San Vittore, dove entrambi vengono imprigionati. Pochi giorni dopo, il 27 aprile, vengono caricati su camion e portati nei sotterranei della Stazione Centrale e da lì al campo di concentramento di Fossoli. A fine luglio Fossoli viene smantellato ed i prigionieri trasferiti a Verona. Il 2 agosto 1944 tutte le famiglie imprigionate sono divise e deportate verso differenti destinazioni. Edgardo Finzi con il trasporto 72 è deportato ad   Auschwitz, dove muore il giorno dell’arrivo 6 agosto 1944, non superando la selezione.

La figlia Fausta è deportata a Ravensbrück: riesce a sopravvivere e rientra in Italia il 27 agosto 1945. Sarà testimone della Shoah sino alla sua morte nel 2013.