Enzo CAPITANO

Nato a Milano il 22/1/1927 – arrestato a Milano il 22/12/1944 – morto a Mauthausen il 9/5/1945.
Pietra d’Inciampo in Via Stradella, 13.

Enzo Capitano nasce a Milano il 26 gennaio 1927, primo di quattro fratelli. Nel 1943 è allievo del Liceo Classico Carducci ed aderisce al Fronte della Gioventù di Eugenio Curiel, che subito dopo l’8 settembre, con l’influenza del professor Quintino Di Vona dello stesso liceo, si oppone al nuovo regime di Salò ed all’occupazione nazista. Il professor Di Vona sarà fucilato il 7 settembre del 1944 a Inzago dalle brigate nere. Già a gennaio ’44 Enzo Capitano viene prelevato a scuola con altri compagni da fascisti della Brigata Muti e sottoposto ad interrogatorio e violenze fisiche. Viene comunque rilasciato poco dopo. Dopo l’assassinio di Di Vona, intensifica l’attività antifascista ed è nuovamente arrestato il 22 dicembre 1944 a seguito della denuncia di un traditore. Condotto a San Vittore, viene consegnato alle SS tedesche. Il 16 gennaio 1945 viene deportato a Bolzano, dove avrà la matricola 8361-Celle: nel passaggio da Brescia riesce a buttare dal finestrino un biglietto che, miracolosamente e in forma anonima, arriva alla famiglia.

Il biglietto inizia: “L’anima buona che raccoglie questo biglietto faccia un grande piacere ad un deportato e lo spedisca alla Famiglia Capitano, via Stradella 13, Milano. Caro papà, cara mamma, carissimi fratello e sorelle, purtroppo sono stato assegnato al campo di concentramento…” Pochi giorni dopo viene caricato su un treno con destinazione Flossenburg: durante il viaggio, prima del passaggio del Brennero, con altri due deportati, riesce a saltare dal treno e tutti trovano rifugio in un casolare vicino: vengono traditi e consegnati ai tedeschi che li riportano a Bolzano. Il 1° febbraio 1945 è nuovamente deportato, questa volta con destinazione Mauthausen. In marzo è inviato ad un vicino campo di lavoro, per rientrare a Mauthausen ai primi di aprile in condizioni di estremo deperimento. Il giorno della liberazione del campo Enzo Capitano è in infermeria, ma non sono disponibili risorse sufficienti alla sua sopravvivenza: muore il 9 maggio 1945.