Ferruccio Codè nasce a Reggio Emilia il 19 maggio 1910 da Luigi e Giuseppina Codè: a 8 anni resta orfano di padre e la madre, rientrata a Milano, provvede a lui e ad altre due sorelle lavorando in un negozio di alimentari. A sedici anni lavora come operaio stuccatore ed aderisce al Partito Comunista clandestino; arrestato il 2 maggio 1927, con sentenza n. 57 del 7 dicembre 1927 è condannato dal Tribunale Speciale per la Difesa dello Stato a due anni, sette mesi e tredici giorni di reclusione per “appartenenza al Partito Comunista e porto abusivo d’arma insidiosa”.
Esce dal carcere per fine pena il 10 dicembre 1929. Nel 1935 è nuovamente condannato a otto anni di confino alle isole Tremiti: ne esce dopo il 25 luglio 1943. Riprende l’attività nella Resistenza inserito nella 121° Brigata Garibaldi. Ancora arrestato nel febbraio 1944 è incarcerato a San Vittore, da qui a Bergamo e pochi giorni dopo deportato a Mauthausen dove muore poco prima della liberazione del campo.