Gino Emanuele Neppi nasce a Ferrara il 17 luglio 1890 da Clemente Neppi ed Ernesta Bassani, ultimo di sei figli. Diplomato in veterinaria prima della Grande Guerra, alla quale partecipa in Cavalleria. A guerra finita, si laurea in medicina, specialità ostetricia. Sposa una sua concittadina, Ginevra Minerbi, ma non ebbero figli. Si trasferisce a Milano e viene assunto dal Comune come “medico di riparto” in una condotta a Baggio. È consigliere della Comunità Ebraica di Milano.
Con le leggi razziali del 1938 viene esonerato dal servizio, ma gli è concesso di esercitare la professione limitatamente alla Comunità Ebraica: nel 1940 con l’ aiuto dell’ Ufficiale Sanitario Medico Capo del Comune, organizza e dirige una “condotta medica” in via Panfilo Castaldi e, a seguito di un bombardamento, si trasferisce in uno dei caselli daziari di Porta Venezia, dove assiste gratuitamente soprattutto ebrei stranieri fuggiti dalle persecuzioni naziste. Dopo l’8 settembre lascia la moglie a Ferrara, mentre continua la sua opera di assistenza a Milano nel suo ambulatorio privato presso l’abitazione di Via Boscovich 30. Qui viene arrestato il 6 novembre 1943 ed un mese dopo deportato ad Auschwitz, dove muore.