Giovanni Bonacina, figlio di Agostino e Luigia Galli, nasce a Monza il 27 settembre 1885.
La famiglia, che risiede a Milano in corso XXII Marzo, nel ‘43 sfolla a Bellano per sfuggire i bombardamenti su Milano.
Giovanni tuttavia è fonditore e nel frattempo ha avviato, insieme ai due soci Otello Braccialarghe e Arturo Ganosa. una fonderia metalli, la Bonacina G.&C., con sede in via Fogazzaro 21 a Milano.
Di salda fede socialista, Giovanni è iscritto alla sezione socialista Romana Vigentina e dopo l’otto settembre 1943 si unisce alla 40. Brigata Matteotti Romana Vigentina, formazione partigiana legata al Partito socialista italiano di unità proletaria (PSIUP) che parteciperà attivamente alla liberazione di Milano il 25 aprile 1945.
È arrestato il 17 giugno del 1944 e il suo nome è registrato in ingresso al ‘braccio tedesco’ di San Vittore. Viene quindi trasferito nel lager di Bolzano dove resta fino al 5 settembre, quando viene deportato a Flossenbürg con il trasporto n.81. Il 7 settembre risulta infatti schedato a Flossenburg con la matricola 21457 e indicato ‘in custodia protettiva politica’.
Non abbiamo altre notizie, e la comunicazione della sua morte – avvenuta il 9 gennaio del 1945 – giunge alla moglie Giuseppa Vitali a ottobre, tramite una lettera dell’ufficio di assistenza post-bellica Alta -Italia, che la avvisa che il nome di Giovanni Bonacina risulterebbe in un elenco di deceduti stilato dai reduci del campo di Flossenbürg.
A Bonacina è stato riconosciuto il titolo di partigiano caduto.