Iginia Fiorentino nasce a Livorno il 17 aprile 1872 da Alberto Abramo ed Amelia Choen. Diplomata in disegno, insegna prima a Sassari e dal 1919 a Milano alla Scuola normale femminile Carlo Tenca e successivamente alla Scuola di Avviamento Professionale Giulio Romano. A seguito dell’emanazione delle leggi razziali nel 1938 è allontanata dall’insegnamento. Abita con la sorella maggiore, Emilia, anch’essa nubile ed anch’essa insegnante, in Via Plinio 70. Nello stesso stabile abita anche il fratello Aristide con la moglie Olga Lombroso e due figli. Nel 1940 tutti sfollano a Porto Ceresio, dove il cugino Samuel Emilio possiede una villa, e si stabiliscono in Via Selva Piana 7.
A fine novembre ’43 iniziano gli arresti anche per gli appartenenti alla razza ebraica di età superiore ai 70 anni ed Iginia è arrestata insieme alla sorella Emilia e carcerata a Varese. Rimandate a casa dopo poco, Emilia è ricoverata in ospedale a Varese per la frattura del femore: riesce così a nascondersi sino alla fine della guerra. Iginia è nuovamente incarcerata ed inviata a San Vittore. Deportata ad Auschwitz con il “Trasporto 24” del 30 gennaio 1944, è assassinata all’arrivo.