Mario Oriani nasce a Milano il 4 ottobre 1925, figlio di Carlo e Maria Bonsignori. Il padre Carlo è sellaio e la famiglia vive in via Varesina 80, zona Villapizzone, negli stessi locali del negozio. Mario frequenta le scuole di zona e il 2 febbraio 1941 è assunto presso la Safim (Società anonima fusti e imballaggi metallici) di via Stephenson 75 come operaio apprendista. Il 27 aprile 1943 è chiamato alla visita di leva, dove viene dichiarato ‘rivedibile’, ed esonerato dal servizio per quell’anno. Dopo l’8 settembre Mario entra a far parte della brigata partigiana ‘Carlo Pisacane’ – che opera nelle zone di Lecco, Erba, Canzo, Asso e nella provincia bergamasca. Come testimoniato più tardi dal Comandante della Brigata, Bernardo Carenini (nome di battaglia Martino Renato) e dalla sua scheda personale al Comando regionale lombardo del CVL partecipa anche ad alcune operazioni in Valcava, in Val Brembana e a dei rastrellamenti ad Erba e Asso.
Il 25 aprile dell’anno successivo, il 1944, Mario riceve una nuova chiamata alla leva da parte della Repubblica Sociale Italiana, che dopo l’8 settembre 1943 governa il Nord Italia, e questa volta è dichiarato abile. Mario rifiuta di arruolarsi nelle fila fasciste e, da renitente alla leva, è costretto ad abbandonare il suo lavoro presso la Safim. Torna a lavorare nell’attività del padre, aiutandolo nella selleria di via Varesina, ma il 12 gennaio 1945, probabilmente a causa di una soffiata, i fascisti dell’VIII Brigata Nera Aldo Resega si presentano in via Varesina per un ‘controllo’. Mario viene trattenuto e portato ‘per accertamenti’ alla sede distaccata della brigata presso la scuola Cappellini di via Giovanni Battista De Rossi. Qui è fermato con l’accusa di diserzione e trasferito a San Vittore, registrato con matricola n.10460. Dopo un mese, il 13 febbraio 1945, è deportato al ‘servizio lavoro’ (SL) in Germania. Trasferito nel carcere di Norimberga, dove risulta registrato (n.160) dal 17 al 19 febbraio, è destinato al lager di Langenzenn, un campo di lavoro coatto gestito dalla Gestapo. Probabilmente a causa delle miserevoli condizioni sanitarie del campo e delle torture subite, il 22 marzo 1945 Mario muore ed è seppellito nel cimitero della vicina Fürth. Il certificato di morte indica la tubercolosi quale causa del decesso. A giugno, la famiglia Oriani riceve notizia del decesso dalla lettera di un compagno di prigionia, Igino Veronese, che, lavorando nell’infermeria del lager, ha personalmente assistito al decesso e alla successiva sepoltura nel cimitero di Fürth.