Antonietta Eugenia Frigerio nasce a Cassina de’ Pecchi il 14 dicembre 1904. Figlia di Gerolamo ed Eugenia Gerosa, domiciliati alla Cascina Malpaga. In data 29 luglio 1936 nella parrocchia di S. Pietro in Sala in Milano, sposa Leone Conte, che, dopo la guerra, rimasto vedovo, si trasferisce in V. Val Cismon 4 e nel ventennale della Liberazione dedica alla moglie una lapide sulla facciata del palazzo. E’ segretaria dell’avvocato liberale Luciano Elmo, che la ricordò sul quotidiano «La Libertà» di Milano il 13 Aprile1946.
È arrestata il 31 luglio 1944 verso le ore 13.00 da militi fascisti nello studio dell’avvocato, sito in viale Regina Margherita 38, che era diventato il centro operativo militare del partito liberale. Antonia Frigerio si era trattenuta a colazione con l’avvocato medesimo, il giovane studente Paolo Carpi e Gian Natale Suglia Passeri. Sulla sua macchina da scrivere era «il rendiconto di fine mese di tutte le sovvenzioni finanziarie» per le brigate partigiane. L’arresto dei presenti fu il primo episodio di una catena di arresti che si protrasse per l’intera giornata e per il giorno successivo, coinvolgendo anche il generale Guglielmo Barbò, Raffaele Gilardino, Antonio De Finetti, Carlo Vezzani, Luigi Perazzoli e molti altri. Incarcerata a San Vittore, fu trasferita a Bolzano nella notte tra il 7 e l’8 settembre 1944, da dove partì per Ravensbrück il successivo 5 ottobre con il “Trasporto 91”.