Gino Emanuele Errera nasce a Salonicco da Davide ed Irma Levi il 5 ottobre 1893. E’ il secondo di quattro fratelli: Eugenio (nato nel 1895), Umberto e Guido (nato nel 1891).
Davide Errera a Salonicco ha avviato una fiorente attività di import-export e una serie di grossi empori sparsi per tutta la città. la famiglia è conosciuta e stimata. Allo scoppio della guerra tutti i fratelli si recano in Italia e si arruolarono come volontari. Gino viene ferito abbastanza gravemente da schegge di granata tanto che viene dichiarato invalido di guerra nel 1922.
Alla fine della guerra, anche a causa dell’instabilità politica in Grecia, gli Errera si trasferiscono a Milano dove continuano la loro attività economica. Il calzificio continua la sua attività con notevole successo.
Quando vengono emanate le leggi razziali Gino chiede ed ottiene la discriminazione. Nel dare parere favorevole la Questura scrive: “Quale amministratore delegato del calzificio Errera, con stabilimento a Novate Milanese, collaborò con l’allora podestà Roncaglia e fiduciario politico testa alla costituzione del comitato della raccolta dei fondi e la costruzione della casa del fascio di Novate milanese, contribuendovi personalmente con lire 100000. La mancata iscrizione dell’Errera al PNF è dovuta a indifferenza e non a sentimenti di ostilità verso il regime”
Guido e famiglia riescono subito dopo l’8 settembre a scappare in Svizzera. Gino Emanuele tenta poco dopo di raggiungerli, ma viene arrestato il 21 febbraio del 1944 a Ponte Tresa e portato nel carcere di Varese. Viene poi portato a Fossoli da dove il 5 aprile 1944 viene deportato ad Auschwitz con il convoglio n. 37.