La famiglia Hazan proviene dalla Bulgaria; Nissim gestisce a Sofia, insieme al fratello Salomon, un’importante export di prodotti agricoli (principalmente granaglie); hanno anche la cittadinanza italiana, acquisita al termine della Prima Guerra Mondiale. Nel 1943 Hasmonai e Regina Hazan, genitori di Nissim, decidono di lasciare la Bulgaria, ritenuta ormai poco sicura, per l’Italia da dove sperano di raggiungere, con l’aiuto di amici italiani, la Svizzera; così fanno, pagando a peso d’oro degli “spalloni”. Salomon invece, con la moglie Matilde ed il figlio Hasmonai, preferisce raggiungere la Palestina sotto mandato britannico. Le sorelle di Nissim e Salomon (Bella e Zelma) restano in Bulgaria e così si salvano, verranno in Italia solo nel dopoguerra.
Nissim con la moglie e le due figlie giunge a Milano nell’estate del ’43 pensando di proseguire poi per la Svizzera seguendo le orme dei genitori, che nel frattempo tuttavia sono già partiti. La famiglia di Nissim si stabilisce all’Hotel Diana, in viale Piave, in attesa di decidere come muoversi. L’8 novembre 1943 Nissim si sta recando alla sede della Comunità Israelitica di Milano, in via Guastalla 19. Il tempio era andato distrutto il 13 agosto del 1943 a causa di una bomba incendiaria, ma negli uffici continua, malgrado i molti rischi, l’attività di assistenza ad ebrei italiani e stranieri. Quel giorno un gruppo di nazisti in borghese, capeggiati da Otto Koch, irrompe negli uffici e arresta una quindicina di persone, tra le quali Nissim. Poco dopo anche il resto della famiglia viene fermato e portato a San Vittore; da qui, con il trasporto n.12, Nissim, Carolina, Ginette e Colette partono il 6 dicembre con destinazione Auschwitz, dove arrivano l’11 dicembre. Non si conoscono le date della loro morte.