Guglielmo LEVI

Nato a Milano  il 19/12/1910 – arrestato il 26/10/1943 – assassinato ad Auschwitz.

La famiglia Levi proviene dalla Grecia, esattamente dalla città di Janina (ora Ioannina), capitale dell’Epiro; Giuseppe Levi è un intraprendente commerciante di tessuti che nel 1907 si trasferisce in Italia, a Milano, insieme alla moglie Speranza Johanan e 2 figli: Anna e Samuele.                                                                       A Milano Giuseppe Levi continua la sua attività con grande successo, affiancando a quella di importatore e commerciante di stoffe anche quella di produttore; a Milano, il 10 aprile 1910, nasce il terzogenito della famiglia: Guglielmo, detto Baby.
Dopo qualche anno l’abitazione della famiglia è in via Ariosto 3 mentre la sede dell’attività, dapprima del padre ed in seguito anche dei figli, è in piazza Duomo 10.
I ragazzi frequentano le scuole a Milano mentre Anna studia al collegio Chateau Mont-Choisi, nella Svizzera francese. Nel 1926 Anna sposa a Milano Luigi Del Monte detto Gigi e si trasferisce a Napoli dove Luigi è nato e lavora.                                                                         Guglielmo Levi è un ragazzo molto sportivo e pratica soprattutto l’hockey su ghiaccio, una disciplina che proprio a Milano (grazie all’apertura nel 1923 del Palazzo del Ghiaccio, splendido edificio in stile Liberty) inizia la sua diffusione nel Nord Italia. Guglielmo è uno dei portieri dell’Hockey Club Milano con il quale disputa alcune partite di campionato e partecipa a diverse tournée in Svizzera. Secondo tradizione inglese, la squadra era un vero e proprio club riservato ai soci e Baby risulta infatti nel 1931 come uno dei 57 soci. Terminati gli studi rimane legato all’ambiente tanto che nel dicembre 1935 viene chiamato a difendere la gabbia del St. Moritz, in trasferta a Milano ma privo del portiere titolare; si tratta molto probabilmente della sua ultima apparizione sul ghiaccio di via Piranesi.
Con le leggi razziali e la successiva entrata in guerra dell’Italia, la vita della famiglia diventa sempre più difficile; tutti si trasferiscono nella loro villa a Moltrasio, sul lago di Como, a pochi chilometri dalla Svizzera; con loro ci sono anche Anna con il marito e i figli Ugo e Mirella.

Giuseppe e i due figli maschi hanno passaporto portoghese, e Samuele è Console Onorario del Portogallo a Milano. Fuori dalla villa spiccano le insegne del Portogallo, poiché con la scusa dei bombardamenti su Milano, il Consolato del Portogallo è stato trasferito lì. I Levi si illudono quindi che quel luogo sia sicuro, godendo dell’extraterritorialità di uno Stato neutrale.
Si giunge così alla sera del 26 ottobre 1943, quando alla villa di Moltrasio, in seguito alla delazione di un dipendente di vecchia data che li denuncia per approfittare della taglia sugli ebrei, si presentano i nazisti che arrestano Giuseppe, Samuele e Guglielmo Levi e Luigi Del Monte mentre Anna con Ugo e Mirella riescono miracolosamente a nascondersi ed in seguito, con l’aiuto di alcune famiglie italiane, a raggiungere in dicembre la Svizzera e così salvarsi.
Dopo essere stati portati a San Vittore, i tre Levi, probabilmente a causa dei documenti portoghesi, vengono trasferiti a Fossoli da dove il 16 maggio 1944 partono per Auschwitz (Trasporto n.46) raggiunta il 23 maggio. Giuseppe muore durante il trasporto, mentre non si conosce la data della morte di Samuele e neanche quella di Luigi del Monte, arrivato ad Auschwitz l’11 dicembre 1943 (Trasporto n.12) direttamente dalla Stazione Centrale di Milano.
Guglielmo Levi passa la selezione ed è successivamente portato nel lager nazista di Gross Rosen, in Polonia, noto per essere stato uno fra i più famigerati per il trattamento brutale riservato ai prigionieri, e lì muore pochi giorni prima della liberazione.