Otto POPPER

Nato a Vienna il 6/10/1915 – arrestato a Milano il 24/1/1944 – morto a Linz il 25/10/1944.
Pietra d’Inciampo in Via Mengoni, 2.

Otto Popper nasce in Austria a Vienna il 6 ottobre 1915, da Michael (Ottokar) Popper, ebreo convertitosi al cattolicesimo nel 1888, e Maria Li(e)ntschnik. Laureatosi in giurisprudenza nel 1938 all’Università di Vienna, per sfuggire alle leggi razziali naziste, secondo le quali è considerato “mezzo ebreo,  nel maggio del 1940 giunge in Italia, a Milano, in via Mengoni 2. Qui avvia una prospera attività commerciale di import-export con Giuseppe Speroni e altri, che porta avanti sino all’arresto nel carcere di San Vittore, avvenuto nel dicembre 1943. Durante i suoi sette mesi di detenzione Popper, impiegato dalle SS come traduttore, riuscì a  prodigarsi per la Resistenza facendo da tramite fra i detenuti politici e l’esterno con l’ausilio dell’amico Speroni, cui trasferiva informazioni tramite “bigliettini” e ad aiutare gli altri prigionieri condividendo il contenuto dei pacchi che riceveva dagli amici in libertà.

“L’angelo di San Vittore” – così fu definito Popper per la sue generose azioni nella testimonianza di A. Dello Sesto apparsa su “L’Azione del Popolo” del 26 maggio 1945 – fu poi trasferito al campo di transito di Fossoli, quindi a Bolzano/Gries e, infine, il 5 agosto del 1944, deportato a Mauthausen, dove giunse il 7 agosto e fu registrato con il numero 82482 come traduttore. I primi di settembre Otto fu inviato al sottocampo Linz III, dove gli fu assegnato il compito di “gestire” la lista dei prigionieri malati. Questa nuova mansione gli permise, ancora una volta, di aiutare altri prigionieri, fra cui Enea Fergnani, che sopravvissuto alla deportazione, gli dedicò alcune pagine nel suo Un uomo e tre numeri (Speroni Ed., Milano, 1945). Otto Popper morì di polmonite il 25 ottobre 1944, lasciando la moglie Arianne Dufaux e due figli, Michele e Federico, rifugiatisi in Svizzera, a Ginevra, poco dopo il suo arresto.

Documenti