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Milano: la posa delle pietre 2024

Milano: la posa delle pietre 2024

Il Comitato per le Pietre d’Inciampo di Milano ha organizzato la posa di 26 pietre, 13 dedicate a deportati politici e 13 dedicate a deportati razziali. Le pose saranno il 25 gennaio, in prossimità del giorno della memoria, e il 7 marzo, dell’ottantesimo anniversario degli scioperi del marzo 1944 .
Il 24 gennaio alle 20.30 presso la Casa della Memoria si svolgerà una cerimonia aperta alla cittadinanza cui parteciperanno anche alcuni dei parenti dei deportati per i quali saranno posate le pietre, un’occasione per conoscere in modo più approfondito qualche storia.
Perché ogni pietra racconta una storia e una vicenda unica ed irripetibile e tutte insieme, arrivate ormai quasi a 200 nel comune di Milano, raccontano un tassello fondamentale della seconda guerra mondiale, della persecuzione razziale e politica e dell’antifascismo.
Non ci sono storie più o meno importanti, ma ci sono vicende più o meno documentate.
Charlotte Thomas, nata nel 1906, sposata e madre di due figli, lavorava alla fabbrica Borletti attiva nella produzione bellica. La Thomas viene arrestata in occasione degli scioperi di marzo e deportata a Mauthausen. Da qui ad Auschwitz e poi a Bergen Belsen dove muore di tifo il 10 aprile 1945.
Molte altre sono le pietre a Milano dedicate a operai arrestati in occasione degli scioperi di marzo di cui quest’anno ricorre l’ottantesimo. Elio Agresti, attivo nella cellula clandestina del PCI a Dergano, Operaio alla Breda, è arrestato nelle retate seguite agli scioperi di marzo ‘44. Riesce a fare arrivare un biglietto alla moglie prima della partenza: “Partiamo per la Germania, bacioni a te e Silvana”. Deportato a Mauthausen girerà vari campi prima di morire e ad Ebensee il 4 aprile 1945.
Come l’anno scorso una pietra è dedicata ad un Internato Militare Italiano e quest’anno celebriamo uno dei 44 eroi di Unterlüss, l’ufficiale sottotenente Giorgio Balboni. Catturato dai tedeschi dopo l’8 settembre 1943 sul fronte jugoslavo, viene deportato in Germania. Rifiutando di collaborare con la Wehrmacht, è scelto insieme ad altri 212 ufficiali per il lavoro coatto nel campo di aviazione di Dedeldorf. Dal 17 al 24 febbraio 1945 il gruppo di ufficiali organizza uno sciopero, rifiutando ogni possibile collaborazione con i nazisti. La reazione della Gestapo non si fa attendere: un soldato ucciso ogni 10 ufficiali, 21 uomini in tutto. Balboni, insieme ad altri 43 ufficiali, si propone di sostituire uno dei selezionati. Di fronte a tale gesto eroico la Gestapo si decide a commutare la pena della fucilazione alla detenzione nel campo punitivo di Unterlüss.
Fra le pietre per i deportati ebrei particolarmente toccante la posa delle pietre per Lea Behar e Sara Dana, rispettivamente madre e figlia. Lea viene arrestata in sinagoga dove si era recata per chiedere un sussidio di vedovanza. La figlia che era ricoverata a Pietra Ligure non ha più notizie della madre, le manda una cartolina e viene così rintracciata. Entrambe muoiono ad Auschwitz. Una vicenda che dimostra come gli ebrei fossero braccati in ogni momento e ovunque.
Anche le pietre per Mario de Benedetti e Theresia Herz, marito e moglie, sono accanto a ricordare un nucleo familiare distrutto. Pneumologo allontanato da tutti i suoi incarichi, Mario de Benedetti decide di tentare nel novembre del 1943 la fuga in Svizzera con sua madre, sua sorella, sua moglie e il figlio di 8 anni. Fermati al confine i coniugi vengono arrestati mentre si concede al bambino con la zia e la nonna di tornare indietro. Mario e Theresia vengono incarcerati a Tirano e poi a San Vittore e poi deportati ad Auschwitz dove Theresia morirà di stenti nel luglio del 1944 mentre Mario morirà qualche mese più tardi nel corso delle marce della morte.
La pietra per Bianca Foà che verrà messa accanto a quella del marito Aldo Levi posata l’anno scorso riporta davanti alla casa in cui vivevano i due giovani sposi che, come ricorda la Senatrice Segre, condivisero la cella con lei e il padre per qualche giorno nel carcere di San Vittore.

Il Comitato, profondamente convinto dell’importanza che tutte queste storie vengano conosciute nelle loro specificità, ma anche nei sottili fili che le intrecciano, sta lavorando per la digitalizzazione dei documenti e la creazione di un data base che renda autonomi nella ricerca e nella conoscenza tutti coloro, le scuole in particolare, che si vogliono documentare e lavorare su queste storie.
www.petredinciampo.eu