Franco Rovida nasce a Milano il 22 settembre 1903 da Antonio Rovida e Maria Luigia Rognoni. Dedica gli anni della sua giovinezza alle attività di oratorio e alla formazione cristiana dei ragazzi. Già nel primo dopoguerra aderisce al movimento di “Avanguardia Cattolica”. Avvia una tipografia in Viale Campania 17. Nel 1937 sposa Antonietta Guzzeloni, vedova con una figlia, e a loro volta hanno una figlia, Maria Luisa. Da sempre oppositore del regime fascista, nel 1944 accetta di stampare un giornale clandestino, “Il Ribelle”, quando i redattori, Teresio Olivelli, Carlo Bianchi, Claudio Sartori, Enzo e Rolando Petrini, don Giovanni Barbareschi, hanno dovuto lasciare la tipografia originale di Brescia.
Viene arrestato il 9 maggio 1944 e tradotto a San Vittore. Un mese dopo, il 9 giugno, viene trasferito al campo di Fossoli, dove viene impiegato come tipografo probabilmente con gli stessi suoi macchinari, sequestratigli a Milano. Con lo smantellamento di Fossoli è trasferito a Bolzano, ancora con mansioni di tipografo; il 14 dicembre 1944 è deportato a Mauthausen. Muore a Melk il 21 febbraio 1945.