Ad appena 16 anni, Melchiorre De Giuli partecipa con le Berrette Rosse del ras C. Forni, operanti nel Pavese, all’aggressione al deputato socialista Maffi davanti al «Demetrio» di Pavia, all’assalto alla cooperativa rossa di Binasco, e ad altre azioni punitive. Dopo la marcia su Roma lavora nel settore della produzione casearia edei latticini. Nel 1931 si sposa con Maria Bresolin e si trasferisce a Milano, dove apre una latteria. Deluso dal fascismo e dalla corruzione della federazione milanese del partito si avvicina all’antifascismo e simpatizza per «Giustizia e Libertà». Compie viaggi in Francia e in Svizzera stabilendo contatti con i fuoriusciti antifascisti, ma il cognato, anche lui squadrista, lo denuncia. Viene mandato al confino a Ponza dal 1934 fino al 1938.
Tornato a Milano lavora come operaio alla ditta Autelco e la moglie gestisce una latteria proprio sotto casa, in via Milazzo. Nel 1943, prende contatto con i Gap milanesi, impegnato soprattutto nel reperimento e smistamento di armi. Non è improbabile che proprio la latteria di via Milazzo fosse la sede di raccolta del materiale.
È arrestato con la moglie il 18 agosto 1944 nella casa di via Milazzo ove vengono trovate armi e radio ricetrasmittenti. Chiusi nel carcere di Legnano sono poi trasferiti a San Vittore e da qui al campo di transito di Bolzano. Il 5 ottobre De Giuli viene separato dalla moglie e deportato al campo di Dachau. Trasferito nel sottocampo di Überlingen, vi muore il 27 febbraio 1945. La moglie riuscirà a sopravvivere e, rientrata in Italia, emigrerà in America. Non risultano familiari diretti viventi