Virginio Rioli nasce a Milano il 23 dicembre 1917 da Angelo Rioli e Anna Colombo. Professione dichiarata: meccanico tornitore. È chiamato alle armi nell’aprile 1939 e nel giugno 1940 è già destinato in “territorio in stato di guerra”. Nel settembre 1943 è soldato marconista al fronte albanese, 4° Corpo d’Armata, 98° Compagnia. Internato in Germania come altri 850.000 soldati italiani, rifiuta di aderire alla Repubblica di Salò e di entrare nelle divisioni repubblichine in allestimento in Germania. Sarà un I.M.I.: Internato Militare Italiano.
Senza i diritti dei prigionieri di guerra non sopravvive alle dure condizioni cui è sottoposto. Di lui resta un “Biglietto per le Forze Armate” del 24 agosto 1943 alla nipote Emma. La stessa nipote nel 2005 riesce a riportare in Italia i resti mortali dello zio, fortunosamente ritrovati in un cimitero di Francoforte, e a farli inserire nel Sacrario dei Caduti Milanesi di Sant’Ambrogio.